Sei certo che il tuo sito potrà essere ancora visibile su Google?

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Dopo 4 anni di transito Google annuncia che a partire da marzo 2021 la scansione di tutti i siti web avverrà unicamente tramite il Mobile First Index.

In questo articolo ti spiegheremo cosa significa e su cosa dovrai porre particolare attenzione.

IL MOBILE FIRST INDEX.

Già da qualche anno Google, nei sui vari aggiornamenti, ha dato priorità di scansione, indicizzazione e posizionamento a tutti i siti web aggiornati alla così chiamata tecnologia “RESPONSIVE”, ovvero che sono in grado di adattare i propri contenuti per migliorare la navigazione e la leggibilità da dispositivi mobili (smartphone e tablet).

Del resto l’uso pratico ed incondizionato di questi dispositivi ha fatto aumentare in maniera esponenziale il traffico web e, come sappiamo, l’intento di Google è sempre quello di offrire il risultato più pertinente e la migliore esperienza d’uso possibile agli utilizzatori del suo motore di ricerca!

Ebbene, il 05 marzo 2020, Google ha annunciato che entro marzo 2021 si convertirà completamente al Mobile First Index! Leggi annuncio qui.

Ma cos’è il Mobile First Index?

Per indicizzare e posizionare i contenuti di un sito web (pagine, testi, immagini e documenti), Google usa dei crawler (detti anche web crawler, spider o robot), che in sostanza sono dei software che scannerizzano in maniera metodica e automatizzata la rete Internet ed ogni parte dei siti web presenti, così da creare un indice che permetta, la ricerca e la visualizzazione.

Ad oggi Google usa due tipi di crawler, uno per indicizzare i contenuti fruibili da desktop ed uno per quelli mobile, ma già nel 2016 aveva avviato un processo definito “Mobile First Index”, ovvero la creazione di un indice che dia priorità ai contenuti fruibili da mobile.

Tale processo, negli ultimi 4 anni, ha fatto aumentare visibilità e posizionamento a tutti i siti web predisposti alla visualizzazione mobile, andando a penalizzare sempre più quelli che non la offrono (non responsive o con cattiva esperienza d’uso).

Ora con l’annuncio del 05 marzo scorso, Google annuncia che la fase di transito dal Desktop al Mobile First Index terminerà a settembre 2020 e da quel momento in poi i siti verranno scansionati solo tramite Googlebot mobile.

Quali sono gli effetti di questo cambiamento?

In pratica Google, da settembre 2020 in poi, leggerà tutti i siti web come lo farebbe un utente da Smartphone. Questo implica che tutti i siti web che non sono stati aggiornati e ottimizzati

per la visualizzazione su tali dispositivi, non saranno più indicizzati e quindi non saranno più visibili!

Google ha già convertito automaticamente circa il 70% dei siti web mondiali al Mobile First Index: questi sono infatti stati riconosciuti da Googlebot (nome del crawler di Google) come adatti agli standard predefiniti. Rimangono però un 30% di siti web che non sono ancora pronti a questo cambiamento e nei prossimi mesi i proprietari di questi domini dovranno impegnarsi per aggiornarli.

Cosa bisogna fare ora?

La prima azione da compiere è controllare all’interno della Google Search Console (piattaforma gratuita che Google mette a disposizione per monitorare ed analizzare vari aspetti del proprio sito) se il crawling Mobile First sia già stato convertito automaticamente.

In caso affermativo Google avrà inviato un messaggio, indicando che il sito web in questione adempie a tutte le linee guida di riferimento e quindi il crawling è stato in conseguenza modificato.

Nel caso il controllo dia esito negativo ed il messaggio non sia arrivato, si dovrà darsi da fare per aggiornare il sito web adattandolo al crawler mobile.

Google ha già reso pubblico un documento in cui sono riunite le linee guida da seguire, che possono essere riassunte nei seguenti punti:

Scansione: Googlebot deve poter essere in grado di scansionare interamente il sito web da mobile. Per poterlo fare, devono essere impostati correttamente i parametri ed i permessi all’interno del file robots.txt, stessa cosa vale anche per Meta Tag Robots inseriti all’interno del codice HTML del sito. Inoltre bisogna accertarsi che Google riesca a caricare tutte le risorse (immagini, CSS, file JavaScript) e che il caricamento di tutti i contenuti più importanti non avvenga solo a seguito di un’azione manuale dell’utente.

Contenuti speculari: la versione mobile del sito web deve essere uguale a quella desktop. Google non invierà uttenti ad un sito web i cui contenuti non sono leggibili sui dispositivi mobili.
All’interno delle linee guida indicate vi sono ulteriori indicazioni riguardanti i dati strutturati, le immagini ed i video, ma queste sono secondarie rispetto ai due punti riportati sopra.

Noi di Solutions possiamo aiutarti in questo processo, infatti siamo in possesso di strumenti d’analisi dei siti web basati sulla scansione con lettura Mobile (esattamente come il crawler ufficiale di Google), fornendoti quindi gli stessi dati che riceve Google.

Responsive Design è la parola d’ordine

Siamo nel 2020 ed esistono ancora tantissimi siti che non adattano i propri contenuti alla lettura e visibilità su mobile, altri invece utilizzano URL separate per mostrare gli stessi contenuti nella versione mobile e desktop. Mentre per quest’ultimi Google darà ancora supporto (con il limite agli errori e le performance negative che questo tipo di configurazione causa), per i primi non ci sarà scampo e la conseguenza sarà l’eliminazione di tutti gli URL ad oggi indicizzati.

È arrivato quindi il momento di convertirsi al Responsive Design, facendo in modo che il proprio sito si adatti alla grandezza dello schermo del dispositivo utilizzato.

Conclusione

Il tempo stringe e mancano solo sei mesi prima che Google si converta completamente al Mobile First Index. Pertanto tutti i proprietari di siti web che non si sono dati da fare per adeguarsi a questi aggiornamenti, se vorranno continuare ad essere presenti con i propri siti web, fornendo informazioni sulla propria attività e promuovendo i propri servizi e prodotti, dovranno adeguarsi il prima possibile!  PENA SCOMPARIRE DAL WEB!

Articolo a cura di Mirco Gobbi.

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