Prigionieri dell’algoritmo: come i social media plasmano le nostre menti

Prigionieri dellalgoritmo come i social media plasmano le nostre menti

Nell’era digitale i social media sono diventati parte integrante delle nostre vite, influenzando le nostre opinioni, le nostre relazioni e persino le nostre decisioni.

Ma dietro la facciata amichevole di queste piattaforme si nasconde un potente meccanismo: gli algoritmi.

Questi sofisticati programmi, progettati per massimizzare il nostro coinvolgimento, sfruttano i nostri bias cognitivi (punti deboli comportamentali e/o emotivi causati da meccanismi mentali fuori dal nostro controllo) e ci intrappolano in una bolla informativa personalizzata.

 

La bolla filtrata: come gli algoritmi ci manipolano.

Gli algoritmi dei social media sono come dei sarti digitali che cuciono su misura un feed di notizie pensato appositamente per ogni utente. Se analizziamo i nostri “like”, i commenti, le ricerche e le interazioni, gli algoritmi costruiscono un profilo dettagliato dei nostri interessi e delle nostre convinzioni.

Successivamente ci mostrano contenuti che confermano le nostre opinioni preesistenti.

In questo modo veniamo gradualmente isolati in una bolla informativa, dove le notizie contrastanti o le prospettive diverse sono filtrate e marginalizzate.

 

I bias cognitivi: le nostre vulnerabilità.

I Bias sono comportamenti o emozioni non desiderate che la persona si ritrova a sperimentare nonostante tutto, ecco alcuni esempi.

  • Consistency bias: tendiamo a mantenere le nostre opinioni anche di fronte a prove contrarie, per evitare di ammettere di aver sbagliato.
  • Confirmation bias: cerchiamo attivamente informazioni che confermano ciò che già crediamo.
  • Effetto bandwagon: siamo inclini a seguire le opinioni della maggioranza, per paura di essere diversi.

 

Le conseguenze della manipolazione algoritmica.

Sono molteplici e preoccupanti.

  • Polarizzazione: l’isolamento in bolle informative porta a una polarizzazione delle opinioni, rendendo sempre più difficile trovare un terreno comune.
  • Diffusione di fake news: le notizie false si diffondono rapidamente nei social media, alimentando la disinformazione e minando la fiducia nelle istituzioni.
  • Radicalizzazione: l’esposizione costante a contenuti estremisti può portare alla radicalizzazione di alcune persone.
  • Manipolazione politica: gli algoritmi possono essere utilizzati per manipolare l’opinione pubblica e influenzare il risultato delle elezioni.

 

Come liberarsi dalla bolla.

Uscire dalla propria bolla informativa richiede uno sforzo consapevole.

  • Diversificare le fonti: seguire una varietà di fonti di informazione, anche quelle che presentano opinioni diverse dalle nostre.
  • Verificare le informazioni: prima di condividere un contenuto, controllare la sua attendibilità attraverso fonti affidabili.
  • Interagire con opinioni diverse: cercare attivamente il confronto con persone che la pensano diversamente.
  • Essere consapevoli dei propri bias: riconoscere i propri bias cognitivi è il primo passo per superarli.

 

Il futuro dei social media.

Dipenderà dalla nostra capacità di utilizzare questi strumenti in modo critico e consapevole.

È necessario che le piattaforme adottino misure più efficaci per contrastare la diffusione di fake news e per promuovere un dibattito pubblico più sano. Allo stesso tempo, ognuno di noi deve impegnarsi a sviluppare un pensiero critico e a non farsi manipolare dagli algoritmi.

I social media sono uno strumento potente, ma possono essere anche pericolosi se usati in modo acritico.

Essere consapevoli dei meccanismi che governano queste piattaforme è il primo passo per difenderci dalla manipolazione e per costruire una società più informata e democratica.

Condividi questo articolo per sensibilizzare anche i tuoi amici e familiari sui rischi della disinformazione!

(Informazioni tratte dall’articolo de Il sole 24 ore di Federico Giannini)

Post correlati